LATINO IN SINTESI 2 

LATINO IN SINTESI 2  (morfologia)

Ieri abbiamo iniziato un rapido ripasso del latino. Oggi entriamo “nel vivo”, parlando delle DECLINAZIONI!

LATINO 2 MORFOLOGIA E DECLINAZIONI

LATINO IN SINTESI 2 : MORFOLOGIA

Ricordate? la morfologia studia la struttura e la forma delle parole, classificandole in determinate categorie grammaticali.

Le categorie grammaticali studiate dalla morfologia latina sono OTTO e sono dette parti del discorso. Possono essere variabili oppure invariabili

  • PARTI DEL DISCORSO VARIABILI : possono modificare la loro terminazione, a seconda di genere, numero, modo, tempo e persona. Esse sono :
    • nome o sostantivo
    • aggettivo
    • pronome
    • verbo.
  • PARTI DEL DISCORSO INVARIABILI : la loro terminazione NON cambia. Esse sono
    • Avverbio
    • preposizione
    • congiunzione
    • interiezione

NOTA: in ITALIANO le parti del discorso sono NOVE. Infatti alle parti variabili dobbiamo aggiungere l’ Articolo

Gli articoli non esistono in Latino. Sarà il contesto a suggerire se nella traduzione è opportuno usare l’articolo determinativo o indeterminativo.

Le parti variabili sono soggette a flessione (dal verbo flectere, ≪piegarsi≫) cioè ≪si piegano≫, e subiscono delle variazioni per esprimere funzioni diverse.

La flessione di nome, aggettivo e pronome prende il nome di DECLINAZIONE

La flessione del verbo si chiama CONIUGAZIONE

LATINO IN SINTESI 2 : i sostantivi 

In latino nomi, aggettivi e  pronomi mutano la desinenza per indicare il genere, il numero e il caso.

⇒ Il genere

I generi sono tre: il maschile (m.), il femminile (f.), il neutro (n.)

Il ≪neutro≫ (dal latino neutrum, ≪né l’uno né l’altro≫, cioè né maschile, né femminile) è il genere di alcuni nomi di esseri inanimati, come ad esempio i frutti e i metalli, e di concetti astratti.

⇒  Il numero

Come in italiano, anche in latino esistono singolare e plurale. Alcuni nomi sono difettivi, perché mancano di un numero: alcuni hanno solo il singolare e sono denominati singularia tantum (= soltanto singolari), altri hanno solo il plurale e sono comunemente chiamati pluralia tantum (= soltanto plurali).

⇒ Il caso

Il caso (da casus, ≪caduta≫) è la forma che nomi, aggettivi e pronomi assumono variando la desinenza per indicare una funzione logica.

I temi dei nomi latini non terminano tutti allo stesso modo e le desinenze che segnalano i diversi casi non sono sempre le stesse: i nomi, perciò, sono stati ripartiti e classificati dai grammatici in cinque declinazioni. L’appartenenza all’una o all’altra declinazione è segnalata dalla desinenza del gen sing:

  • -ae per le parole della PRIMA DECLINAZIONE
  • per le parole della SECONDA DECLINAZIONE
  • -ĭs per le parole della TERZA DECLINAZIONE
  • -ūs per le parole della QUARTA DECLINAZIONE
  • -ēi/ĕi per le parole della QUINTA DECLINAZIONE

Nota la declinazione,  ricaviamo poi la desinenza del gen pl:

  • – arum PRIMA DECLINAZIONE
  • – orum SECONDA DECLINAZIONE
  • -um o –ium TERZA DECLINAZIONE
  • -uum QUARTA DECLINAZIONE
  • -erum QUINTA DECLINAZIONE

Tutto questo perché è dal GENITIVO PLURALE che ricaviamo il tema del nome, ovvero la sua parte “fissa”.

ESEMPIO :

Il genitivo plurale di rosa, che appartiene alla PRIMA DECLINAZIONE, è rosarum. Togliamo -arum ed otteniamo il tema originario, che è ros-.

Allo stesso modo si risale al tema di rex, che appartiene alla terza declinazione. Il suo genitivo plurale è regum. Togliamo la desinenza –um ed otteniamo il tema reg-.

RICORDA:

Alcuni sostantivi hanno solo il plurale (pluralia tantum) e altri solo il singolare (singularia tantum): ad esempio, epulae (pl) = pranzo, aurum (sing) = oro.

Esistono poi sostantivi che cambiano significato a seconda del numero, come copia (sing) = abbondanza, copiae (pl) = truppe.

In breve nella prossima lezione, vedremo  le cinque declinazioni, che in futuro riprenderemo una alla volta

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